Lasciata la cittadina, toccando il punto più settentrionale del Mediterraneo, cambia del tutto il panorama: si lascia l’area carsica per restare immersi in un ambiente costiero, per lunghi tratti paludoso, in un’area intensamente bonificata nel secolo scorso che presenta molti punti di interesse dal punto naturalistico, biotopi e geositi. La zona è caratterizzata dai rettilinei delle Risorgive di Schiavetti, della Bonifica del Brancolo e della Palude Cavana, creati a fianco dei canali che portano dapprima a Marina Julia e passando davanti alle Secche di Riva Lunga a Punta Barene devia sul Canale della Quarantia per raggiungere sulla costa il bivio per l’Isola della Cona, il cuore della Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo. La foce di questo fiume, conosciuto come il “fiume vagabondo” in quanto ha spesso cambiato il suo sbocco a mare, rappresenta l’area umida più settentrionale del Mediterraneo che ospita, grazie ad alcuni ripristini naturali e a una gestione efficiente, oltre 320 specie di uccelli tra migratori, svernanti, estivanti e stazionari nonché altre preziosità faunistiche e botaniche. Presso l’Isola della Cona sono stati allestiti un Centro visita, una foresteria e un luogo di ristorazione. Ora il percorso supera su un ponte proprio l’Isonzo e rientra nelle vigne della località Le Pezzate dove sul vicino Canale Isonzato si trova l’antica stazione di pompaggio della Bonifica di Isola Morosini. Ora si costeggia i poderi della vasta Bonifica della Vittoria nei pressi di Fossalon di Grado (dove termina questa tappa) e sui lunghi rettilinei si può raggiungere il Lido delle conchiglie, anche con una VARIANTE per Punta Sdobba e l’Oasi del Caneo. Con una spettacolare pista ciclopedonale sopraelevata si raggiunge l’area a mare della Riserva Naturale Regionale della Valle Cavanata il cui Centro visita si trova subito dopo aver superato il Canale Averto. La riserva è stata istituita per tutelare la biodiversità di una delle ex valli da pesca più estese della Laguna di Grado e dagli osservatori si può apprezzare l’avifauna che oggi la frequenta.